giovedì 30 aprile 2009

Vita da bere


Un po' perché ci piace questa vignetta di Riccardo Mannelli, un po' perché si intona con la manifestazione «vino e vignette» che si svolge da domani a Bordighera, ecco qua un bicchiere di vino, mezzo pieno o mezzo vuoto? E l'ombra del vino scuro sulla carta, che finge di essere ombra invece è segno, un tromp-oeil che si unisce alla vera cicca di sigaretta, schiacciata e scansionata con il resto.
Dove sta la verità? E il realismo che cos'è?
Una corsa per cercare di capire le cose, per credere di essere veri noi stessi.
Che cosa rende credibile un racconto? Che assomigli formalmente alla realtà o che travalichi e renda l'essenza, come se (e magari per davvero) l'avessimo vissuto.
L'abbiamo vissuto.
In ANIMAls le cose si vivono, sono vere e graffiano un po', di lacrime o risate.
resta il segno. O almeno l'alone rosato del fondo del bicchiere sulla carta.

12 commenti:

  1. Ecco che già mi avete fatto un ottimo regalo, perchè Mannelli non lo conoscevo!
    Merci :)

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  2. Grazie Eta! Dimostri che nessuno conosce tutti! :) Mannelli è un grande disegnatore, raramente dedito al fumetto o alla narrazione per immagini... ma scoprirai anche altri autori, anche perché un paio sono esordienti al fumetto: Lucia Mattioli, grande illustratrice, e Elisabetta Benfatto, giovane illustratrice e animatrice. E magari chi non frequenta il web non conosce Makkox, e solo adesso sta scoppiando il nome di Bastien Vivès, dalla Francia... insomma il bello, anche nel farla una rivista, è scoprire autori e storie nuovi e diversi! :)

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  3. Che bello,
    ho comprato oggi Internazionale e ho trovato la pubblicità della rivista in uscita.
    Dai nomi in copertina e dalle cose anticipate sul blog promette molto molto bene.
    Vi auguro in bocca al lupo gigante sapendo già di non rimanere deluso.

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  4. Una notizia che mi riempie di emozione.Una rivista come si deve dopo tanti anni di latitanza dall'edicola.
    Mi ricarda i tempi quando andare a prendere i fumetti era come recarsi al tempio.
    Un grosso in bacca al lupo a tutti e grazie di questo inaspettato regalo.
    Vi abbraccio forte.

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  5. Ciao.
    Il commento esula dal post.
    Non riesco a trovare la rivista nella mia città: Lucca.
    saluti
    Fabio

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  6. fabio non la trovi perchè ancora non è uscita, esce in edicola l'8 maggio

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  7. Secondo me un racconto è credibile, nella misura in cui mi permette di identificarmi nel protagonista ... o magari nel suo alter ego.
    POTERE AL DUBBIO!

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  8. Laura, grazie a te, non sai quanto sono curiosa della vostra nuova rivista!
    ...Lucia Mattioli la conosco sì!

    Grandi!
    :)
    Non vedo l'ora!

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  9. @fabio sì, l8 maggio.. non prima(grazie veci)! Spero proprio che la troverai! Abbiate pazienza ma con la nostra tiratura non copriremo cmq tutte le edicole, dunque chiedetela in più d'una, ma se non la trovate in zona segnalatecelo!
    grazie @ tutti per i vari in bocca ai lupi, che crepino, poveri lupi!
    @sytr82 credo anch'io che la realtà, la credibilità passi attraverso l'identificazione del lettore nel protagonista, non necessariamente per aver vissuto le stesse cose, ma per aver provato sensazioni ed emozioni simili, creare una specie di déjà vu nel lettore è importante, per farlo bisogna aver provato quell'emozione, bisogna scavare nel proprio vissuto, credo, non necessariamente riproducendolo, ma utilizzandolo come creta... sei d'accordo?

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  10. hm.
    faccio mio un pensiero di pavese per cui la narrativa non è un modo per conoscere ma per riconoscere.
    sento vero un racconto, o meglio: mi tocca, quando entro in risonanza con l'esperienze condivise.
    la stessa cosa letta a vent'anni, è completamente nuova adesso a 40.
    il racconto cambia come cambio io.

    poi, leggere di come tremal naik ammazza la tigre m'emoziona lo stesso, senza dover per forza andare allo zoo armato di kriss.

    oggi mi catturano i flussi di coscienza che mettono i relazione i particolari con gli universali. non basta raccontare realisticamente del ricordo perché questo funzioni. un sogno VERO potrebbe coinvolgermi di più.

    (me sa che ho detto la stessa cosa dei redattori, ma peggio ;)

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  11. @mak no, hai aggiunto qualcosa. Il riconoscere e riconoscersi è importante, e che noi cambiamo rispetto alle letture (e ai film e ai quadri ecc). E la tigre è tigre e anche altro, e la rosa è una rosa è una soa è una rosa... ma se rappresentiamo sentimenti che abbiamo provato è più forte il nostro messaggio, la nostra opera?
    Questo me lo chiedo, perché forse c'è chi sa immaginare quei sentimenti come li avesse vissuti, diventa altro da sé, con una grande comprensione per questo altro.
    Eppure sentire che hai vissuto quella cosa, dentro, dà i brividi, commuove...

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