lunedì 11 gennaio 2010

ESPATRIARE

Su questo numero avete trovato (ormai lo avete preso in edicola vero?) alcuni fumetti e articoli accomunati da un tema: l'esilio, i profughi.
E un esilio di provenienza precisa, Istria e Dalmazia.


Caterina Sansone è figlia di Elena, che dall'Istria partì e per tanti anni visse profuga in Italia (italiana che era) Alessandro Tota assieme a lei ne ha ripercorso i passi, chi fotografando, lui raccontando questo inizio di viaggio a fumetti per noi.


Ma tanti anni dopo – quasi 50! – Robert Marnika si trova a Zara, che ormai da 50 anni è Zadar, in piena guerra. La fotografa e poi arriva anche lui in Italia. Profugo d'altro tipo. Ora vive a Bologna.


Ma oggi profughi ed emigranti sono tanti. Parlare di esilio sarebbe tema più lungo, le coincidenze mi hanno, personalmente, portata ad essere molto colpita da queste storie; figlia di zaratina, profuga anch'essa... quanta "capa" mi fecero da bambina sui profughi dalmati, quanto mi sono rotta... eppure...
Capire queste cose è difficile, ma se non capiamo quelle vicine che ci coinvolsero, o che coinvolgono chi ci sta accanto, come capiremo questi profughi lontani, diversi, esotici?
Che testimonianze avete, immagini, ricordi, esperienze, parentele, patrie dismesse, lingue perdute?
Proviamo a parlarne

Le immagini nell'ordine: foto di Fiume, 1925 la nonna di Caterina.
Tota: vignetta dal fumetto
Marnika: copertina del suo libro Zadar 1991

10 commenti:

  1. è complicato. è tutto complicato. vivo in un luogo creato dal nulla durante il fascismo. dove le genti sono arrivate da tutta italia. nord, molto all'inizio, poi sud. dove i profughi istriani e dalmati sono tantissimi e così i loro discendenti. dove spesso venivano visti anche con disprezzo da alcuni .... gli slavi, si diceva. dove c'è un quartiere che veniva chiamato "trieste" proprio per indicare la provenienza, ed altri li guardavano come privilegiati perchè comunque a seguito del loro esser profughi ricevettero delle case e del lavoro. e poi la stessa storia negli anni 60 con i profughi dal nord africa. gli italiani di libia e tunisia. stesse storie, magari meno dure perchè la maggior parte di loro comunque possedevano terre e case laggiù. e quelli furbi fecero in tempo a far uscire prima almeno i soldi, gli altri persero tuuto, dietro i sogni di un impero con le pezze al culo. ma tutti questi sono comunque qua e spesso col mito del ventennio e di quell'imper appunto dalle pezze al culo, e nonostante quanto l'italia ha dato per mitigare le fughe, sempre si son sentiti figli di un dio minore e bistrattati dalla democrazia (sopratutto cristiana).
    alla prossima, se ce ne sarà voglia.

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  2. @mordente grazie!
    @Luc, bellissima testimonianza la tua... e stimolo a riparlarne sì, ma anche deviando verso dove dici. Scrivici ancora, vediamo che cosa raccontare. Grazie davvero. Ce n'è altri che abita in luoghi espatriati o riabitati?

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  3. ..e cantava le canzone che sendiva semb'a lu mare...

    http://www.youtube.com/watch?v=9UHUpPdrOEI

    gg

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  4. emigranti e profughi. Non è uguale il modo. Diverse ma non dissimili, spesso, le motivazioni, i primi hanno la speranza di tornare e, spesso, la famiglia. Il profugo perde la terra e lo sa già alla partenza. ma la distanza, il ricordo, le lingue, l'estraneità... lo eprime bene shaun tan: http://www.elliotedizioni.com/catalog/title/title_card.php?title_id=58

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  5. Mamma mia che meraviglia quel libro di Shaun Tan. Quando lo lessi mi fece venire i brividi.
    Io della mia esperienza di espatriato ho poco da dire. Se potessi tornare indietro lo rifarei mille volte e non la smetto mai di esortare "i giovani" a prendere armi e bagagli e partire, per qualsiasi destinazione.
    Potrà sembrare una banalità dire che perdersi in un paese straniero è un'ottima maniera di crescere e scoprire se stessi, lontano dai condizionamenti familiari, culturali, etc. ma nel mio caso è stato proprio cosi'.

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  6. Nella mia famiglia c'è una storia d'emigrazione..
    Il mio bisnonno emigrò negli stati uniti, anni '30-'40...con la nave, da solo, lasciando la famiglia in Italia.
    Dopo lo raggiunsero la moglie e i figli...e in America morì.
    Ho avuto la fortuna di conoscere i suoi figli, in un viaggio in Canada e Stati uniti..mi ricordo che parlavano il vecchio dialetto del loro paese natio mischiato all'americano, praticamente avevano inventato parole
    nuove..tipo la spazzatura in inglese è garbage..una zia diceva "buttala nel garabbiccio"..
    Poi c'erano quelli più nostalgici, che stavano lì sospirando i ricordi di un paese lontano..Invece c'era una zia 70enne bionda col rossetto rosso che viveva in un quartiere
    multietnico..con una madonna nel giardino...
    Comunque a proposito di emigranti...
    http://www.youtube.com/watch?v=hFUP1xF32Kg

    gudnait

    GG

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  7. @quasimai, credo che sebbene ci siano delle cose in comune, nadarsene dal proprio Pase tornandoci quando vuoi, facendo un lavoro interessante, e con alla base una scelta, non una costrizione faccia la differenza... poi lingua, diversià, ecc sonoproblemi simili, ma vissuti completamente in modo diverso, ne parla un esule di lusso come Kundera o Agota Kristof, che all'inizio non era così fortunata...
    @gg l'emigrazione è molto più diffusa e forte di quanto non pensiamo, quella povera e quella più serena, quella poi da profughi o esuli politici, con qualche dramma diverso. Non per fare un conto da chi soffre di più, ma di sfumature diverse di irreparabilità, estraeneità e altro.questo mi sembra interessante scoprire con chi le ha vissute o ne è venuto in contatto. Dunque anche le fughe "comode" oltre aquelle più drammatiche

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  8. Sono friulano, terra di emigranti, e vivo a Trieste, dove la presenza di esuli istriani è fortissima. Quando ero studente universitario molti miei colleghi triestini scapolarono il militare per una clausola di una legge fino a quel momento ignota che consentiva ai discendenti di esuli istro-dalmati di evitare il servizio di leva: inutile dire che il distretto militare di Trieste fu intasato e dopo alcuni mesi provvedettero a eliminare la clausola magica, altrimenti nessun triestino avrebbe più fatto il militare!! Parlando più seriamente ho visto spesso sul volto della tata di mia moglie e udito dai suoi racconti il dolore e la rabbia per l'esilio subito, la profonda angoscia per aver lasciato al di là del confine beni, case, campi, paesaggi, luoghi che nonostante il passare del tempo e il cadere dei confini non voleva più comunque rivedere, per non subire la seconda offesa di vedere come tutto sia cambiato. A volte dissentivo profondamente dentro di me dalle durissime parole di disprezzo che la tata pronunciava verso gli slavi che la cacciarono, e verso gli attuali discendenti, ma non avevo il coraggio di chiederle di non generalizzare. Non potevo capire il dolore che aveva provato e non sarebbe stato giusto dirle che sbagliava a condannare tutti, eredi compresi. Temo che debba passare quella generazione e forse ancora un'altra perché gli odi generati da ambo le parti dai reciproci nazionalismi si sopiscano. Ma sono
    fiducioso.

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  9. A proposito di migranti "forzati" vi invito a vedere questo video http://video.unita.it/media/Mondo/Profughi_di_Al_Tanf_860.html
    Sono un assiduo lettore di Animals ma non sono un fumettista anche se abbiamo molte cose in comune occupandomi di documentari e quindi di Storie, Vita e Immagini.

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