Una bellissima mail da Lorenzo e Marcella, proprio oggi che, tornando da amici a Madrid, ho scritto "Le distanze rendono leggeri", questi amici lettori invece nel viaggio imparano a scomparire:
«Marrakech mi ha insegnato l’arte di scomparire.
Crediamo, banalmente che il segreto dell’invisibilità stia nel non essere visti, spinti a una tale banalità dall’importanza di questo senso sugli altri nella nostra cultura. Tuttavia, ci sono molti modi per scomparire. Invisibile è ciò che c’è ma non si percepisce, ciò che c’è e non dialoga. Invisibile è ciò che rifiutiamo, ciò che neghiamo. Invisibile è tutto l’inaccettabile.
A Marrakech ho imparato a scomparire.
Marrakech mi ha insegnato ad essere la starda che percorro.
Per quanto avessi cercato di opporre una compunta e rispettosa resistenza, anche l’ostinazione ad un certo punto lascia il passo.
A Marakesh tutto denota la mia provenienza: abito, pelle, sguardo e respiro. Tutto è diverso. Là io sono il diverso, io sono l’harem, ormai. Sono a Marakesh, non un qualcuno, non un niente ma un qualcosa. Sono desiderio, occasione, biasimo, comprensione, tolleranza, odio, speranza, disgusto, disprezzo, invidia, occasione.
Essere tutto è essere troppo, svuota».
Ecco i disegni e le immagini nell'ordine... e grazie!
mercoledì 21 settembre 2011
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